Dopo il Coronavirus finalmente Verona diventerà più green?

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La ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola De Micheli nei giorni scorsi ha firmato il decreto interministeriale che prevede per il quinquennio 2019 – 2023 l’erogazione di 54 milioni di euro (dei 398 complessivi) a sei comuni veneti per il rinnovo del loro parco autobus, tra cui 9,9 milioni sono destinati al Comune di Verona.

L’erogazione è stata disposta a favore di quei comuni che nel biennio 2018 – 2019 hanno registrato i più alti livelli di inquinamento per PM10 e biossido di azoto dove Verona, nella specifica classifica nazionale, si posiziona ai vertici, cioè al settimo posto.

Il ministero con questo decreto ha voluto effettuare un importante passo nell’attuazione del Piano Nazionale Strategico della Mobilità Sostenibile che per la prima volta finanzia direttamente i comuni per l’acquisizione di autobus ad alimentazione elettrica, a metano e a idrogeno. Lo scopo è quello di promuovere il miglioramento della qualità dell’aria nelle nostre città svecchiando quindi l’attuale parco mezzi.

Numerosi ricercatori e scienziati da anni conducono studi che riguardano le correlazioni tra la diffusione dei virus e le zone maggiormente coinvolte in termini di qualità dell’aria. È risaputo, infatti, che le polveri sottili PM10 e PM2,5 agiscono da vettori dei virus del morbillo e della polmonite; inoltre, recentissimi studi hanno riscontrato una relazione tra la concentrazione di PM10 e PM2,5 ed il numero di casi di persone infette da Covid-19.

Tornando in ambito locale, sul giornale L’Arena del 6 aprile è apparso un articolo riguardante il trasporto pubblico locale, con il titolo: “Autobus, il maxipiano green dell’ATV. Fra tre anni in città solo mezzi elettrici”. L’articolo riporta che Massimo Bettarello, presidente di ATV, e l’assessore ai Lavori pubblici Luca Zanotto hanno condiviso una strategia sul percorso da intraprendere per la sostenibilità ambientale del trasporto pubblico sul territorio veronese. Per il trasporto urbano gli stessi pensano di orientare la scelta verso l’elettrico mentre, per quello extra-urbano, verso l’utilizzo di mezzi alimentati da Metano liquido.

Quindi, la logica mi fa pensare che a Verona non potranno mai procedere in parallelo due progetti di viabilità pubblica: o i bus elettrici o il Progetto Filovia. Oso anche dire che se il ministero dei Trasporti intende erogare al nostro Comune quasi 10 milioni di euro per acquistare mezzi pubblici ecologici, ritengo che sarà impossibile che possa poi finanziare per quasi 90 milioni di euro un progetto ben più costoso, inutile, obsoleto già in partenza e malvisto dalla stragrande maggioranza dei cittadini veronesi.

Noi veronesi dobbiamo così essere grati all’effetto Covid-19 che ha costretto chi ci amministra ad abbandonare forzatamente il Progetto filovia. Per ora a Palazzo Barbieri c’è silenzio a riguardo. Di sicuro i nostri amministratori verranno ricordati per il fallimento di questo progetto, per le opere sin qui attuate per la sua realizzazione e che per mesi hanno pregiudicato parte della viabilità cittadina e la sopravvivenza di attività commerciali. Ora dovranno fare retromarcia e riportare velocemente la struttura urbanistica com’era un anno fa.

Ma verranno molto più ricordati per aver distrutto centinaia di alberi ad alto fusto che in alcune zone della periferia cittadina contribuivano a mitigare il caldo estivo, a ossigenare l’aria ed a migliorare il paesaggio. Penso che tanti veronesi, quando transiteranno per via Dal Cero, ricorderanno con nostalgia e rabbia che un tempo questa strada si distingueva per essere abbellita da più di150 alberi e saranno anche ricordati i nomi di coloro che hanno voluto tale scempio.

In tutto il mondo si scrive che la quarantena ci ha costretti a riscoprire l’altruismo, il patrimonio della sanità pubblica e gratuita e che la natura deve essere salvaguardata. Voglio quindi sperare che anche l’attuale Giunta abbia fatte sue queste considerazioni. Giunta che, negli ultimi 2 anni che le restano nel governare Verona, ha la possibilità ed il dovere di invertire il proprio operato e di rivolgere molta attenzione a favore dell’ambiente e al rispetto della salute del cittadino.

Deve essere finito il tempo di pensare di governare quasi 260.000 cittadini con le sole promesse. Da quasi tre anni si parla del Central park, il principale cavallo di battaglia che il nostro sindaco aveva sbandierato nella sua campagna elettorale. Da allora non abbiamo riscontrato alcun concreto passo in avanti che possa far sperare all’inizio dell’opera.

L’assessore al’Urbanistica Ilaria Segala a fine settembre 2019 aveva dichiarato: “Avanti con il Central Park – e il primo passo porterà 320 alberi”. L’Arena dell’11 gennaio riporta un’intervista al nostro sindaco. Cito testualmente: “Il progetto Central Park all’ex scalo merci va avanti al galoppo”. Ma di tutto ciò non stiamo vedendo nulla: solo progetti per creare parcheggi e strutture ricettive per favorire le manifestazioni fieristiche. Inoltre, per assurdo, negli spazi dove le piantumazioni potevano essere iniziate ora trovano parcheggio numerosi TIR.

Da quasi 2 anni la nostra giunta promette che il parco Santa Teresa verrà allargato con l’inglobamento dei cosiddetti Comparti 1 e 2. Ma anche qui solo promesse perché il Comune deve identificare altre aree edificabili per non perdere “crediti edilizi”. Ma che senso ha parlare di perdite economiche quando i prossimi bilanci di tutti gli Enti, di tutti i Comuni, dello Stato e di tantissime aziende private per anni chiuderanno in profondo rosso? Ma ci rendiamo conto che fra non troppi anni le aree verdi avranno un valore ben superiore a quelle edificabili? Che altro si vuole costruire quando Verona ha 10.000 appartamenti vuoti?

Concludendo, mi permetto di riportare alcuni stralci di una bellissima riflessione, di cui non conosco l’autore, che in questi giorni circola in rete.

Virus

Ciao, sono Covid-19. Molti di voi mi conosceranno più semplicemente come Coronavirus, e sono un virus. Lo so, sarò duro con voi, forse troppo, ma non guardo in faccia a nessuno…s ono un virus. La mia azione vi costerà vite ma voglio che capiate una volta per tutte che dovete cambiare rotta per il vostro bene. Il messaggio che vi voglio dare è semplice. Vi ho dimostrato che le distanze non esistono, ho percorso chilometri e chilometri in pochissimo tempo e senza che voi ve ne siate accorti. Io sono di passaggio ma i sentimenti di vicinanza e collaborazione che ho creato tra di voi in pochissimo tempo dovranno durare in eterno. Vivete le vostre vite il più semplicemente possibile, fate del bene perché il bene vi tornerà sempre indietro con gli interessi, godetevi la natura, Quando voi festeggerete io me sarò appena andato ma ricordatevi di non cercare di essere persone migliori solo in mia presenza.

Giorgio Bernini

Articolo pubblicato su VeronaIn

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